Off-Cells

Interactive live set & dance performance

Sinossi

Luogo socchiuso in cui albergano passato e presente, in cui poter afferrare le contraddizioni della contemporaneità e in cui è possibile perdersi nel tempo, in uno spazio da costruire ed abitare.

Off-Cells è un’opera crossmediale astratta concepita come un viaggio sinestetico in cui lo spettatore assiste alla scoperta che il corpo del performer fa dello spazio che lo circonda. La scena, organizzata secondo uno schema meta-drammaturgico, reagisce autonomamente alle dinamiche del corpo al suo interno, determinando una serie di combinazioni di suono, luce e altri stimoli sensoriali. Il set interattivo registra e codifica il linguaggio del corpo, generando così un’esperienza che si manifesta come una scultura digitale. Off-Cells intende mettere in relazione lo spazio fisico con quello immaginato, invitando così gli osservatori ad attivare la propria capacità cinestetica e percettiva. Tra opposizioni di luce e buio, di visibile e non-visibile, di con-forme e in-forme, Off-Cells si pone come uno scenario possibile di percorrenza dell’inconscio e come metafora della profondità della natura umana.

Note di Regia
Il progetto di Off-Cells trova le sue radici nella domanda: cosa intendiamo per contemporaneo?
In questa ricerca abbiamo incontrato diverse matrici filosofiche tra le quali quella di Giorgio Agamben che nel suo “Che cos’è il Contemporaneo” afferma: contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio. Tutti i tempi sono, per chi ne esperisce la contemporaneità, oscuri. Contemporaneo è, appunto, colui che sa vedere questa oscurità, che è in grado di scrivere intingendo la penna nella tenebra del presente.”
Partendo da questa fonte, la drammaturgia dell’opera riflette su quale sia il modo in cui scopriamo il mondo e sull’esistenza di una gerarchia sensoriale attraverso cui lo facciamo.
La ricerca verte poi sull’idea che l’evoluzione sociale abbia condotto ad una egemonia della vista sugli altri sensi, responsabile di una sempre più alta necessità di illuminazione e controllo, generando una costante sorveglianza.
Nella messa in scena le diverse modalità di interazione corporea nelle aree del set creano scene distinte, landscape specifici dedicati ad archetipi relativi alla conoscenza di sé e del mondo.
Un viaggio sinestetico, in cui i campi percettivi si confondono, tra habitat della memoria e spazi immaginari. L’elemento performativo dominante è il gioco illusorio che deriva dalla combinazione di dinamica, luce e suono, che risponde a diverse logiche, pattern coreografici e piani narrativi, in una sequenza concatenata di azioni in rapporto di causa-effetto.
Microuniversi emotivi e architetture di contrasti tra luce e ombra, abitati dal corpo, medium sensibile e vibrante che agisce in un ambiente in cui tutti i sensi confluiscono in un unico sistema complesso: una vera e propria polifonia sensoriale. L’intento principale è quello di mettere in relazione lo spazio fisico con lo spazio immaginato ed invitare gli osservatori ad allenare una coscienza cinestetica, per incontrare parte di sé stessi durante il percorso.

Crediti

Coreografia, Performer, Autrice: Sara Lupoli
Programmazione: Fiorenzo Dario Ramaglia
Sound Design: Matteo Vinti con la collaborazione di Francesco Giangrande aka Göreme
Curatela e Drammaturgia: Marco Izzolino
Fotografia: Sabrina Cirillo
Produzione: Art Garage
Supporto: N+N Corsino, Theatre NO-NO, Scene44(Marseille), TWAIN, Casa Del Contemporaneo, L’Asilo, Köper, PianoBe (Marseille), Marosi Stromboli

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